Documenti e Normativa
La citazione del nome del fotografo.

L
a legge prevede che sia obbligatorio citare il nome del fotografo, solo quando l'immagine pubblicata è da considerarsi creativa.
La legge a qui si fa riferimento è: art. 20 legge 633/41 e modificata da Dpr 19/79.
Prevede inoltre che le fotografie siano divise in opere creative e semplici fotografie. Purtroppo come si sa non è facile poter stabilire dove in una immagine vi sia un apporto creativo o meno, indistintamente dal valore tecnico e capacità professionale dell'autore.
Quindi se l'immagine non può essere considerata creativa, non sussiste l'obbligatorietà della citazione, a meno che non vi siano degli accordi scritti.

 

Diritto d'autore


I
l 19 settembre 2000 è entrata in vigore la legge 248 del 28 agosto 2000, intitolata "Nuove norme di tutela del diritto d'autore", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 4 settembre 2000 n. 206. Appena ci sarà possibile pubblicheremo per esteso tutta la legge.

Concretamente la legge -il cui scopo principale è quello di difendere la creatività del fotografo, e non tanto o non solo la sua professionalità- riconosce al fotografo il pieno diritto di gestire le immagini da lui realizzate, come autore.
Vengono però distinte le immagini creative da quelle non creative. Le immagini creative (cioè quelle nelle quali si ritrova una traccia interpretativa ad opera del fotografo) sono protette fino a 70 anni dalla morte dell'autore ed è sempre obbligatoria la citazione del nome del fotografo. Le semplici fotografie, o foto non creative, sono invece protette per 20 anni dalla data di realizzazione e la menzione del nome del fotografo è soggetta agli eventuali accordi fra le parti.
In ogni caso, nel momento in cui il fotografo realizza le proprie immagini, è pienamente titolare di tutti i diritti, sia economici che morali. In seguito, anche subito dopo, può tuttavia decidere di vendere ad altri tutti questi diritti, o parte di essi. Tale cessione può tuttavia avvenire anche per imperizia, nel caso siano stati maldescritti gli elementi di cessione. Ciò che determina quale parte di questi diritti vengono ceduti al cliente sono appunto gli accordi col cliente stesso.
Dato che è difficile ricostruire accordi solo verbali, ne consegue che risulta ceduto al cliente quel diritto che viene indicato per iscritto nel preventivo, nella corrispondenza, nel buono di consegna o, al limite in fattura. E' quindi indispensabile specificare sempre quale sia la destinazione d'uso che si stà trasferendo al cliente a fronte di un certo pagamento. Si intendono trasferite al cliente quelle destinazioni e le altre ne sono automaticamente escluse.
Attenzione, però: se le immagini sono realizzate su commissione, si deve specificare espressamente per quale uso le immagini sono state realizzate e cedute, perchè la semplice dicitura "numero tot fotografie, lire tot" darebbe possibilità al cliente di pretendere la completa proprietà di tali immagini.


 

Determinazione delle tariffe professionali

Il servizio fotografico non ha un suo valore commerciale assoluto. Sono molte le variabili che determinano il prezzo finale. Sul costo di ciascun lavoro influiscono, fra l'altro:

S
e il problema delle tariffe fosse riconducibile alla sola difficoltà tecnica di realizzazione delle immagini, la valutazione del "valore" dell'immagine sarebbe semplice. Dato che, invece, occorre dare un preciso valore commerciale a molti elementi di difficile quantificazione, ecco comparire diversi parametri e diversi sistemi di calcolo. Vediamo prima nel dettaglio quali siano le diverse variabili, e poi come queste si applichino ai diversi settori di impiego. Nel dettaglio:

 
  • Il livello professionale del fotografo.
    Così come avviene in qualsiasi professione intellettuale, è possibile rivolgersi all'uno o all'altro professionista, (medico, avvocato, commercialista, eccetera) sapendo che l'effettiva capacità professionale e la "visibilità" del mercato di ciascun professionista genera tariffe ben diverse fra loro.
  • La complessità di realizzazione dell'immagine sul piano tecnico ed organizzativo.
    L'affermazione che una fotografia complessa sul piano tecnico o quello organizzativo richiede più tempo per la sua realizzazione (e quindi costa di più) è banale perchè ovvia. Ciò che, invece, spesso non si considera con altrettanta naturalezza è il fatto che l'incremento di qualità al di sopra dello standard base comporta aumenti di costi di produzione non solo "proporzionali", ma "più che proporzionali". Facciamo un esempio banale, ma molto vicino al concetto valido anche alla fotografia. Comprare un paio di etti di riso e farli bollire costa pochissimo. Farsi preparare in trattoria od in mensa un piatto di riso in bianco costa ancora abbastanza poco, anche se -rispetto al costo delle materie prime- il lavoro e la "struttura" della trattoria fanno già lievitare di una decina di volte. Se quel riso deve diventare un risotto con possibilità di scelta "alla carta", il servizio sarà ancora migliore, ma il fatto di dover garantire la disponibilità di diversi condimenti rappresenterà un incremento notevole dei costi generali, e il riso costerà due o tre volte tanto, o anche più se ci si rivolgerà ad un buon ristorantino. Se al risotto, già curato si aggiungono condimenti di pregio (come i tartufi) il costo sarà di parecchio superiore e cioè si eleverà in maniera più che proporzionale. Se poi ancora, si desidera mangiare un risotto prelibato preparato da un maestro nel suo campo, i costi di promozione,di rappresentanza e il surplus legato alla fama dello shef porteranno il costo finale ad essere anche cento volte superiore a quello di un piatto base di riso. Siamo sempre dinanzi ad un risotto ma, ad ogni miglioramento, il perfezionare il risultato richiede sforzi sempre più consistenti. Allo stesso modo, raggiungere livelli di perfezionamento elevati su immagini fotografiche abbastanza complesse richiede un dispendio di molto tempo, molto maggiore rispetto a quanto non occorra per migliorare in modo avvertibile un'immagine semplice. Così, tanto è maggiore il livello di qualità raggiunta, tanto più costoso -per tutti, cliente e fotografo stesso- è il passaggio ad un grado superiore di perfezionamento tecnico.
  • L'apporto creativo richiesto al fotografo.
    Come già descritto in precedenza, la crescita della capacità creativa ed interpretativa di un fotografo richiede molta esperienza, oggettive capacità (rare) e applicazione. Sapere parlare è alla portata di tutti. Saper parlare bene è cosa che solo una parte delle persone sa fare. Saper parlare bene ed essere capaci di convincere ed coinvolgere gli uditori, è un dono che hanno solo in pochi. Tanto è più alto il grado di coinvolgimento creativo richiesto al fotografo, tanto più tempo occorrerà (e sarà occorso negli anni precedenti) al fotografo stesso per offrire i suoi servizi a quel livello.
  • La destinazione d'uso della fotografia.
    A parità di tutti gli altri fattori considerati agli altri punti, quanto è più elevato il numero di persone che potranno vedere l'immagine fotografica, tanto più elevato sarà il suo costo. Questo elemento è la diretta conseguenza di una dinamica di mercato ben conosciuta in tanti altri settori: la pagina pubblicitaria di una rivista costa di più se sono molte le copie vendute. I diritti percepiti dal cantante, o dal produttore di software, aumentano in proporzione del numero di copie dei CD prodotti. Anche in fotografia vale la stessa dinamica, prevista per legge (legge 248 del 28/08/2000 pubblicata sulla gazzetta ufficiale il 04/09/2000 n.206). concretamente, le immagini realizzate per essere viste da poche persone (cataloghi di bassa diffusione, pieghevoli, immagini per uso di documentazione interna) costeranno meno di quelle destinate alla pubblicità. Evidentemente, un manifesto, una pagina pubblicitaria, un cartellone, sono realizzate per essere viste da centinaia di migliaia, o milioni di persone.
  • L'entità della commessa di lavoro.
    Come è abbastanza intuibile, il costo per la realizzazione di una o due immagini la cui produzione sia isolata da altre è maggiore rispetto a quanto si verrebbero a pagare unitamente immagini simili, ma realizzate in un contesto di venti o trenta riprese. Questo è un meccanismo semplice da afferrare. Occorre mezza giornata di preparativi e lavori collaterali per realizzare una ripresa di catalogo, ma occorrerà poco tempo in più per realizzarne una dozzina, dato che tutte le fasi preliminari e quelle di contorno sono identiche. Far realizzare un servizio composto di molte immagini, di conseguenza, comporta un costo unitario per immagine anche molto differente da quello che si raggiunge per piccoli lavori. Anche nella cessione dei diritti di utilizzo di immagini già esistenti, la quantità consente all'agenzia o al produttore di distribuire meglio i costi generali e, quindi, di applicare sconti interessanti.